Lunedì 8 settembre a Monte San Pietro l’appuntamento che chiama a raccolta istituzioni, imprese e comunità locali per discutere i dati del Rapporto UNCEM relativi al territorio bolognese e tracciare le linee delle politiche metropolitane a sostegno delle aree interne.
Invertire lo sguardo, guardando al territorio ‘marginale’ per scoprire che esso non è parte residuale, ma anzi il terreno decisivo per vincere le sfide dei prossimi decenni: non solo – guardando alle aree montuose – come potenziali rifugio climatico, ma pure per andare incontro a bisogni emergenti, come quelli di un’esperienza di vita che privilegi ritmi più lenti, una dimensione comunitaria, un senso che equipari la realizzazione personale a quella professionale.
Non c’è dubbio che negli ultimi anni si stia facendo sempre più strada l’idea che le zone interne, pur se colpite da decenni di progressivo spopolamento, possano rappresentare un ambiente favorevole alla realizzazione di nuovi progetti di vita, sia individuali che collettivi. Non si tratta solo di suggestione ‘romantica’. I dati del Rapporto Montagna 2025 di Uncem parlano infatti di territori che già oggi mostrano il loro potenziale attrattivo, e dell’esistenza di comunità resilienti che in essi trovano lo spazio da cui far partire nuove esperienze di vita, innovazione e sostenibilità, e l’Appennino bolognese, numeri alla mano, è prova di questa piccola ma tenace inversione di tendenza.
Ad aprire i lavori saranno il Sindaco metropolitano di Bologna Matteo Lepore assieme alla Sindaca di Monte San Pietro Monica Cinti: tra i relatori il Presidente Nazionale Uncem Marco Bussone, Davide Baruffi, Assessore alla Montagna e aree interne Regione Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri, Presidente dell’Assemblea Legislativa Regionale Emilia-Romagna, l’economista territoriale Giampiero Lupatelli di CAIRE, coautore del primo capitolo del Rapporto, e Valentina Cuppi, Sindaca di Marzabotto e delegata del Sindaco metropolitano alle politiche per l'Appennino bolognese.
Dei 121 Comuni emiliano-romagnoli “interni”, tra montagna, collina e pianura orientale, estesi su una superficie che copre il 40 % del territorio regionale e con una popolazione di circa 461 mila persone, 23 sono nel territorio metropolitano – o meglio, metromontano – bolognese, suddivisi tra collina e montagna. Zone che nel quinquennio preso in considerazione dal rapporto (2019-2023) hanno visto un saldo migratorio positivo, con più di mille nuovi abitanti. Un primato su scala regionale che si conferma anche nella percentuale di abitazioni occupate: se infatti nei 121 Comuni presi in considerazione al Censimento 2021 risultavano oltre 200mila abitazioni non abitate da famiglie residenti, nel bolognese se ne registra la più bassa percentuale - 28,9% del totale - contro una media regionale di oltre il 50%. Anche per quanto riguarda il saldo tra nascite e decessi, le aree interne del bolognese sono tra quelle con il minor deficit naturale, con 45 nascite ogni 100 decessi. Significativi anche alcuni indicatori economici, come già esplicitato dal rapporto Unioncamere presentato lo scorso febbraio, con una crescita del numero degli addetti delle imprese, in linea con il dato metropolitano, e un significativo contributo delle imprese artigiane maggiormente presenti in Appennino (37% circa del totale) rispetto agli altri territori (pianura 34%, Bologna città 24,1%).
D’altra parte non c’è dubbio, guardando ai territori emiliano-romagnoli, che la popolazione delle aree interne si sia notevolmente ridotta negli ultimi 70 anni, passando da 700mila abitanti del 1951 ai 420mila circa del 2021, con una riduzione del 5% negli ultimi 10 anni e una previsione
ulteriore di calo dell’8,5% entro il 2043. Spopolamento che va di pari passo con un progressivo invecchiamento della popolazione: se nel 2024 si contavano 213 anziani ogni 100 bambini, il dato è destinato a salire, senza un’inversione di tendenza, a 324 entro il 2043, ciò che significa anche una progressiva uscita dal mercato del lavoro degli abitanti. Parallelamente diminuisce il numero di giovani e giovanissimi: circa 45mila le persone con meno di 15 anni (dato al 31 dicembre 2022) e circa 55mila tra i 15 e i 29 anni, contro a un ben più consistente gruppo di oltre 240mila abitanti over 64. Ma accanto alla “corrente fredda” del dato statistico oggettivo sulla fragilità dei territori interni esiste una “corrente calda” animata da progettualità per il futuro, da azioni di rigenerazione e sviluppo che vanno dalla messa in sicurezza dei territori, prioritaria di fronte alle sfide rappresentate dagli eventi climatici estremi, alle misure volte a sostenere l’insediamento abitativo e/o imprenditoriale.
In questa “corrente” si inseriscono anche le attività di BIS Appennino che sviluppa nel territorio montano le azioni di Bologna Innovation Square, la piattaforma dell’innovazione di Città metropolitana e Comune di Bologna, che ha l’obiettivo di sviluppare sinergie e progettualità condivise in grado di consolidare e rafforzare l’innovazione del sistema economico metropolitano. Bis Appennino supporta il rilancio dell’Appennino bolognese attraverso servizi che mirano a sostenere il lavoro, il vivere, il fare ricerca e fare impresa nel territorio appenninico che sono erogati attraverso tre sportelli: Vivere e lavorare in Appennino, Green per le imprese e Imprenditoria.
RSVP: bruno.alampi@cittametropolitana.bo.it
Il Rapporto Montagne Italia UNCEM 2025, nel contesto del Progetto Italia promosso dal Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, offre un quadro aggiornato sulle condizioni e sulle potenzialità delle aree montane italiane. Attraverso dati, analisi e storie di innovazione, il Rapporto intende supportare le istituzioni, gli amministratori e i territori nel definire strategie di sviluppo sostenibile e nuove forme di governance per le comunità montane.